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Guida strategica su come fare prospecting B2B

Fare prospecting per acquisire nuovi clienti B2B è linfa vitale per qualsiasi attività di vendita business-to-business. Se desideri un flusso costante di trattative, devi sapere come fare trovare i decision maker delle aziende e fare in modo che ascoltino in modo attivo dall’inizio alla fine.

In termini semplici, il prospecting B2B è il processo di identificazione e coinvolgimento di potenziali clienti aziendali (prospect) con l’obiettivo di trasformarli in opportunità di vendita​.

È il primo passo cruciale nel ciclo di vendita, quello che pone le basi per tutte le entrate future.

Nel mercato competitivo odierno, padroneggiare il prospecting fa la differenza tra un pipeline di vendita ricca di opportunità e e una pipeline vuota.

Questa guida ti accompagnerà in tutto ciò che devi sapere, dall’analisi del target, fino all’implementazione di strategie di outreach che si basano sulla costruzione di relazioni (non solo sales pitch).

Iniziamo a riempire quel pipeline!

Che cosa significa prospecting nel B2B?

Fare prospecting in ambito B2B significa cercare proattivamente aziende che potrebbero trarre beneficio dal tuo prodotto o servizio. A differenza del settore B2C, nel B2B ciò implica raggiungere i decision maker di altre aziende.

I prospect possono quindi essere aziende o singoli stakeholder (come un responsabile acquisti o un CTO) che corrispondono al tuo Ideal Customer Profile (ICP). Tieni presente che se vuoi che il processo di prospecting abbia realmente un impatto richiederà un approccio strutturato per trovare lead di qualità.

Prospecting B2B e B2C: le differenze

Il prospecting B2B differisce da quello B2C per diversi aspetti, eccone alcuni.

Nel B2B, i cicli di vendita tendono a essere più lunghi e coinvolgono molteplici stakeholder (per esempio un manager, un VP e un responsabile finanza possono avere un peso nella decisione di acquisto)​.

Questo vuol dire che quando si fa valutano clienti B2B, spesso bisogna rivolgersi a persone diverse dell’organizzazione (vuol dire anche usare un tono diverso, oltre a dover avere contatti con diverse persone).

Al contrario nel B2C le decisioni di acquisto tendono ad essere più rapide e la persona coinvolto è in genere un solo consumatore.

Considerare le differenze tra B2B e B2C è essenziale per creare il messaggio giusto quando contatti i prospect nel B2B.

Perché il prospecting è importante

Attraverso il prospecting possiamo assicurarci un afflusso costante di potenziali clienti. Infatti, facendo prospecting in modo efficace possiamo ottenere diversi vantaggi:

  • Più opportunità di vendita: ogni prospect è un potenziale cliente. Più prospect qualificati coinvolgi, più opportunità avrai.
  • Crescita dei guadagni: senza nuovi prospect, non puoi generare nuove vendite. Questa attività è direttamente collegata alla crescita della tua azienda.
  • Ottenimento di insight sul mercato: conversando con i prospect, puoi venire a conoscenza dei pain point del tuo settore e comprendere meglio le esigenze di mercato. Puoi sfruttare queste informazioni per migliorare la strategia e lo sviluppo del prodotto.

Anche se il prospeting può sembrare semplice (trovare contatti aziendali e proporre loro la tua offerta), per farla bene c’è bisogno di strategia e perseveranza.

In questo articolo ti mostreremo da dove partire per creare una strategia di prospecting di successo.

Fare prospecting nel B2B: da dove partire

La strategia di prospecting inizia molto prima del momento in cui si invia un’email o si fa una chiamata. La fase preparatoria è essenziale, infatti, solo sapendo quali sono il tuo target e la tua offerta, potrai assicurarti che i tuoi prospect diventino lead.

Ecco come fare a preparare il terreno.

Definisci ICP e buyer persona

Tutto parte dal chiarire chi sono i tuoi prospect.

Puoi partire dal creare il tuo Ideal Customer Profile (ICP): nel caso del B2B, sarà la descrizione delle aziende che rappresentano il tuo cliente ideale. Per una migliore resa è meglio entrare nel dettaglio definendo settore, dimensione dell’azienda, paese in cui opera e altre caratteristiche che possono essere rilevanti nel tuo settore specifico.

Ad esempio i tuoi prospect ideale potrebbero essere “PMI del settore agroalimentare nel Nord Italia con 20-100 dipendenti” o “aziende manifatturiere che investono almeno 500.000€ l’anno in digitalizzazione dei processi produttivi“.

Definendo un ICP avrai un focus maggiore sui prospect che sono realmente allineati al tuo prodotto e non perderai tempo su aziende non in target.

Il prossimo passo è quello di delineare le buyer persona, vale a dire le figure chiave con cui avrai a che fare direttamente. Come dicevamo, nelle vendite B2B devi comunicare e convincere più persone. Tra questi:

  • i decision maker (es. CEO, direttori di reparto);
  • gli influencer (manager o tech lead che consigliano i decision maker);
  • gli utenti finali che utilizzeranno a tutti gli effetti il prodotto o servizio.

Per creare le buyer persona, per ognuna di queste figure definisci:

  • ruolo
  • responsabilità
  • possibili pain point.
modello buyer persona b2b

Facciamo un esempio pratico, se vendi un software di automazione per il marketing, una buyer persona potrebbe essere un direttore marketing preoccupato del ROI delle campagne, mentre un’altra potrebbe essere un manager del reparto IT attento ai temi di integrazione e sicurezza.

Solo conoscendo le tue buyer persona, potrai personalizzare meglio la tua offerta.

Qui puoi fare un ulteriore passo avanti: se hai già dei clienti, parti da loro per definire meglio l’ICP. Chiediti: quali caratteristiche condividono i tuoi migliori clienti? Poi usa queste informazioni come base per qualificare i nuovi prospect.

Crea una lista di prospect

Dopo aver definito ICP e buyer persona, il passo successivo è identificare aziende e persone reali da contattare. Questa fase di ricerca è critica: bisogna creare un’ottima lista, per avere ottimi prospect.

Inizia creando una lista di aziende target che corrispondono al tuo ICP. Puoi trovarle tramite:

  • Reti professionali e database: LinkedIn è una miniera d’oro in questi casi. Usa i filtri di ricerca (o LinkedIn Sales Navigator per filtri avanzati) per trovare aziende nel tuo settore e nell’area geografica che definisci. Inoltre, database come Crunchbase, ZoomInfo o Apollo.io consentono filtri per dimensione, settore, fatturato ecc.
  • Liste e directory di settore: consulta pubblicazioni di settore o classifiche (es. “Top 100 aziende X nel 2025”) pertinenti al tuo campo. Anche gli espositori o sponsor di fiere di settore sono ottimi prospect perché già attivi nella nicchia.
  • CRM e sito web: non dimenticare i lead inbound o i prospect passati raccolti da campagne marketing. Se qualcuno ha scaricato un white paper o compilato un form sul tuo sito, è già un prospect caldo da includere.

Creare la lista è il primo passo, adesso, per ogni azienda target, individua le buyer persona specifiche che devi contattare.

Come fare?

Su LinkedIn puoi cercare all’interno di un’azienda per ruolo (es. trovare tutti gli “Operations Manager” nell’azienda X). Raccogli i dati chiave: nome completo, qualifica, email, telefono (se disponibile) ed eventuali altre informazioni utili che trovi.

Linkedin sales navigator ricerca avanzata

Mentre crei la tua lista, ricorda che è meglio puntare sulla qualità che sulla quantità: meglio 50 prospect che si avvicinano al profilo ideale, che 500 aziende casuali.

A questo punto è il momento di organizzare le informazioni: puoi usare un foglio di calcolo o direttamente un CRM. Meglio la seconda opzione, visto che con un CRM potrai tenere traccia delle interazioni successive.

Prepara value proposition e messaggio

Prima di contattare i prospect, chiediti: perché dovrebbe volermi ascoltare? La risposta deve partire dalvalore che offri o dal problema che il tuo servizio o prodotto risolve. In poche parole questa è la tua value proposition e rappresenta proprio il motivo per cui quello che hai da dire potrebbe interessare al prospect.

Per creare il messaggio ideale, per ogni persona in lista, è utile avere una sorta di appunto che ti permetta di collegare la tua soluzione ai loro bisogni.

Ricorda che ti rivolgi a persone diverse, quindi “Aumenta la produzione del 20 %” può andar bene se ti rivolgi a un responsabile della produzione, mentre “Dimezza il costo del cloud hosting” è più indicata per un CTO.

Se possibile cerca di rendere il messaggio personale. Puoi partire dal profilo LinkedIn dei prospect che hai individuato o da notizie sull’azienda. Hanno pubblicato un articolo recente? Vinto un premio? Cita qualcosa di specifico per mostrare che il tuo messaggio non è spam.

Nel prospecting usare comunicazioni più personalizzate può fare la differenza tra essere ignorati e ottenere risposta.

A questo punto puoi creare una sorta di scaletta per il primo contatto. Sia via email o per telefono, è utile seguire uno schema:

  1. Introduzione: chi sei e perché stai contattando (cerca di essere conciso, soprattutto nell’oggetto o con le prime frasi).
  2. Pitch di valore: una o due frasi che affrontano un pain point e come puoi aiutare (questo rappresenta il motivo per cui dovrebbero ascoltarti).
  3. Call to Action (CTA): deve essere chiaro qual è l’azione da compiere. Per esempio invitarli a fissare un incontro o una chiamata, oppure chiedere se sono interessati a saperne di più.

Esempio di email:

«Ciao [Nome], ho notato che [Nome Azienda] sta espandendo significativamente il proprio team commerciale, una fase che spesso comporta sfide concrete nell’onboarding e nella produttività iniziale dei nuovi venditori. La nostra piattaforma aiuta nel fare prospecting più velocemente fornendo liste di lead curate, con un incremento medio della produttività del 37% nei primi 3 mesi. Ti interesserebbe una breve chiamata per capire se può essere utile al tuo team?»

anatomia email prospecting con valore e cta chiari

I punti chiave di questa email:

  • la comunicazione è breve e personalizzata (fa riferimento a una situazione attuale);
  • il valore dell’offerta è chiaro;
  • la CTA finale non lascia dubbi sul cosa fare dopo.

Checklist da seguire per il prospecting

Riassumendo quanto detto, ecco come gettare le fondamenta per una strategia di prospecting nel B2B.

  • Conoscere il target – definire l’ICP definito, identificare le buyer persona.
  • Creare una lista – contatti di qualità che vanno prima ricercati e poi organizzati (nome, qualifica, contatto, ecc.).
  • Definire la value proposition – bisogna avere in mente quali sono i problemi che risolvi per quegli specifici prospect.
  • Personalizzare la comunicazione – definire i messaggi usando elementi di personalizzazione e una CTA chiara.
  • Testare e migliorare – non si può raggiungere un ottimo risultato senza monitorare i KPI e ottimizzare man mano le strategie.

Adesso sei pronto per fare prospecting, ma prima vediamo quali approcci inbound e outbound puoi utilizzare e come raggiungere i tuoi prospect.

come fare prospecting b2b basi

Fare prospecting B2B: Inbound vs Outbound

Nel prospecting B2B ci sono due approcci fondamentali: inbound e outbound.

  • Il prospecting inbound punta ad attrarre i prospect verso di te, sfruttando tattiche di marketing per generare lead in modo organico (ad esempio content marketing, SEO, social, webinar e lead magnet). Un potenziale acquirente B2B trova il tuo contenuto e, mostrando interesse (p. es. scaricando una guida), diventa prospect. Questi lead sono spesso considerati “più caldi”.
  • Il prospecting outbound, al contrario del precedente, è un approccio proattivo: in questo caso sei tu a contattare direttamente il prospect. Include chiamte ed email a freddo, messaggi LinkedIn, networking o persino visite di persona. Non aspetti che ti trovino: li identifichi e fai tu il primo passo.

Spesso le migliori strategie B2B combinano i due approcci.

Prospecting Inbound (Lead Generation)Prospecting Outbound (Direct Outreach)
ApproccioAttrai prospect tramite contenuti e marketing. Sono i prospect a contattarti o mostrare interesse.Raggiungi attivamente i prospect con chiamate, email, messaggi social ecc., senza aspettare che vengano da te.
Quando usarloOttimo per “gettare la rete” e nutrire i lead nel tempo. Utile se disponi di contenuti di marketing forti e tempo per far “scaldare” i prospect.Efficace per outreach mirato verso account specifici o prospect di alto valore che non puoi aspettare. Utile per pipeline immediata e campagne personalizzate.
ProCostruisce fiducia e thought leadership. I prospect inbound spesso si pre-qualificano, quindi possono essere più ricettivi al contatto del reparto vendite. Può scalare bene col digitale.Controlli totalmente target e tempistica. Puoi generare opportunità quando vuoi e inseguire i “clienti ideali” in modo proattivo. Feedback immediato (capisci subito se interessa o no).
ControPuò essere più lento – richiede sforzo di marketing costante e potresti attendere settimane o mesi per lead validi. Il volume può oscillare. Non tutti gli inbound sono perfetti (serve qualificazione).Può incontrare molti rifiuti o silenzio, perché è una comunicazione “non richiesta” per il prospect. Richiede ricerca e personalizzazione (dispendioso). Se fatto male (e percepito come spam), può danneggiare la reputazione del brand.

Come si può vedere da questo confronto i due approcci, inbound e outbound, si completano a vicenda. L’inbound è un processo più passivo che ci permette però di coltivare l’interesse nel tempo. L’outbound ci fa ottenere risposte più rapide e metterci alla ricerca di prospect con alto valore.

Da qui in avanti, parleremo soprattutto delle tecniche outbound, ma ricorda che anche avere un’ottima strategia di content marketing e ottimizzare le landing page, è fondamentale per la riuscita della strategia.

Trovare prospect B2B: metodi e strategie testati

Entriamo ora nel vivo delle strategie di prospecting B2B. Ci sono molti metodi che si possono usare e l’ideale è trovare il giusto mix di metodi per ottenere risultati migliori e avere un migliore tasso di risposta.

Ora ti mostreremo i metodi che riteniamo più utili e che utilizziamo con i nostri clienti in Visilay, per ognuno vedremo le relative best practice da seguire.

7 strategie di prospecting per aziende b2b

1. Fare prospecting con chiamate a freddo

Le chiamate a freddo sono tra i metodi di prospeting più utilizzati. Questo metodo consiste semplicemente nel telefonare un decision maker che non ha mai interagito con la nostra azienda.

Anche se oggi i canali digitali vanno per la maggiore, le chiamate a freddo restano un pilastro delle vendite B2B. Se fatte bene, possono essere un metodo di contatto più personale e più rapido di un’email.

Best practice per le chiamate a freddo

  • Studia il target: prima di partire in quarta, fai bene le tue ricerche sull’azienda e sulla persona interessata. L’ideale è evitare un approccio generico, per questo serve conoscere il settore e cercare di intuire i pain point e le sfide che sta affrontando chi è dall’altra parte del telefono. (“Ciao, so che gestisci l’IT in un’azienda healthcare: immagino la sicurezza dei dati sia importante…” un approccio di questo tipo è migliore di uno generico).
  • Considera il timing: chiama quando è probabile che il prospect sia libero. Generalmente gli orari di metà mattina (10–11) o metà pomeriggio (14–16) di martedì-giovedì funzionano meglio di lunedì mattina o venerdì pomeriggio​.
  • Intro forte e chiara: nei primi 15 secondi dichiara chi sei, da dove chiami e, soprattutto, il valore che offri (e per cui chi è dall’altra parte vorrà continuare ad ascoltarti).
  • Coinvolgi con domande: trasforma la telefonata in una conversazione ed evita i monologhi.
  • Gestisci le obiezioni (preparandole in anticipo): abituati a riconoscere i “no”, puoi chiedere di riprogrammare una chiamata futura o fare una domanda che riapra il dialogo.
  • Prepara il passo successivo: se c’è interesse, fissa subito la prossima azione, può essere un incontro o la demo del prodotto.
  • Sii conciso e cordiale: cerca di usare un tono amichevole, un po’ di entusiasmo ed evita che la conversazione appaia meccanica e impostata.

2. Fare prospecting con email a freddo e LinkedIn

Rispetto alle chiamate, le conversazioni scritte danno più tempo al prospect di rispondere e ti permettono di preparare meglio il messaggio. Qui però la vera sfida è riuscire a farti leggere in una casella di posta fin troppo affollata.

Best practice per le email a freddo

  • Oggetto convincente: deve incuriosire, senza sembrare spam. Puoi usare domande, fare riferimento a informazioni specifiche per attirare l’attenzione. Deve essere breve, circa 5-7 parole.
  • Saluto personalizzato: rivolgiti direttamente usando nome e azienda, e non utilizzare dei generici saluti come “Gentile responsabile”.
  • Breve e focalizzata sul valore: 2-3 paragrafi o pochi elenchi puntati. Focalizzati subito su problema e beneficio e concludi con una CTA chiara​​.
  • Evita parole sensazionalistiche e hype: evita parole abusate e troppo entusiasmo, bisogna restare siate professionali.
  • CTA chiara: per esempio “Hai 15 min la prossima settimana per parlarne?”.
  • Follow-up (senza esagerare): vanno bene 2-3, abbastanza distanziati. L’importante è aggiungere sempre valore alla comunicazione.
template email a freddo hunter.io
Siti come Hunter oltre ad aiutarti nella ricerca dei contatti, offrono anche template per email a freddo a cui puoi ispirarti.

Best practice per LinkedIn

  • Richieste di connessione personalizzate: fai leva su elementi in comune, non cercare di vendere nel primo messaggio.
  • Messaggi diretti (InMail): stile simile all’email ma leggermente più conversazionale.
  • Interagisci con i loro contenuti: commenti pertinenti, like, varie interazioni possono aiutare a scaldare il contatto.
  • Gruppi e community: partecipa e porta il tuo valore.
linkedin messaggio personalizzato richiesta collegamento
Su LinkedIn puoi personalizzare l’invito con una nota.

3. Contenuti per attrarre prospect (inbound prospecting)

Questo approccio (inbound) consiste nell’usare come leva i contenuti per far sì che siano i prospect a raggiungerci.

  • Contenuti educativi (blog, whitepaper, webinar): risolvono problemi dei target e includono CTA (“Contattaci per una valutazione gratuita”). Un lead magnet come un report di settore può essere un ottimo esempio.
  • SEO e thought leadership: articoli ottimizzati per le ricerche chiave attirano traffico qualificato nel tempo.
  • Webinar ed eventi: chi si iscrive dimostra interesse; dopo l’evento hai una lista di contatti “caldi”.
  • Strumenti e prove gratuite: un tool gratuito o trial di 14 giorni ti porterà prospect “auto-qualificati” che puoi nutrire con comunicazioni successive.
follow up sequenza email con active campaign
Strumenti come ActiveCampaign ti permettono di pianificare i follow up successivi, per esempio dopo un Webinar.

4. Sfruttare referral e network

Il potere del passa parola e del networking, ancora oggi non si batte. Ecco alcune tattiche che puoi sfruttare. In generale i lead ottenuti da referral hanno tassi di chiusura ben superiori a quelli freddi.​

  • Chiedi referenze a clienti soddisfatti: “Conosci qualcun altro che potrebbe avere vantaggi da…?”
  • Eventi di networking e gruppi: costruisci relazioni e non fare l’errore di voler vendere subito.
  • Partnership: valuta collaborazioni con aziende complementari alla tua per fare uno scambio reciproco di lead.
  • Reti interne / affiliazioni: programmi interni di referral che offrono incentivi ai dipendenti.

5. Account-Based Marketing (ABM) e outreach mirato

Con l’ABM (account-based marketing) i singoli target (account) sono oggetto di attività mirate. Questo approccio è più dispendioso (in termini di risorse e sforzi) perciò è più efficace verso i prospect chiave (ad alto valore).

Ecco dei consigli su come metterlo in pratica.

  1. Raggruppa gli account target: suddividili in base al valore potenziale.
  2. Ricerca approfondita: crea dei dossier su decision maker e iniziative aziendali.
  3. Contenuti personalizzati: utilizza presentazioni o landing page dedicate (“Come Azienda XY può migliorare X”)​.
  4. Multi-touch multicanale: usa più canali come email personalizzate, LinkedIn, comunicazioni via posta fisica, ADS mirati.
  5. Coinvolgimento personale: eventi di networking, incontri a fiere o tavole rotonde esclusive, possono essere metodi per entrare in contatto diretto.
  6. Allineamento vendite-marketing: è importante allineare i reparti vendita e marketing per poter adattare meglio la strategia.

6. Approccio multi canale: combinare i metodi

Ogni canale ha i suoi limiti, è importante perciò avere una buona pianificazione sulle tempistiche dei touch point con cui andremo a metterci in contatto con i prospect.

Esempio di frequenza dei contatti

  • Giorno 1: email personalizzata.
  • Giorno 3: richiesta di collegamento via LinkedIn.
  • Giorno 5: chiamata per fare riferimento all’email.
  • Giorno 7: seconda email o messaggio LinkedIn con nuovo valore.
  • Giorno 10: seconda chiamata.
  • Giorno 14: email finale di chiusura.
sequenza temporale contatti prospecting b2b

Utilizzando più canali e strutturando un flusso di più comunicazioni, possiamo aumentare la probabilità di risposta. È importante, però, che ogni comunicazione aggiunga valore al messaggio precedente.

Una buona regola per non esagerare è quella di non superare i 5-7 contatti in un arco temporale di 2-3 settimane.

salesoft sequenza contatti prospecting
Strumenti come Salesoft ti aiutano a creare una sequenza temporale di contatti.

7. Automazioni e IA per migliorare il prospecting

Automazioni e strumenti che integrano l’IA possono aumentare notevolmente i nostri risultati, riducendo il tempo impiegato. Ricorda che l’obiettivo è ottenere risultati migliori, non inviare più comunicazioni in breve tempo (e finire per essere presi per spam).

  • CRM: Salesforce, HubSpot e Pipedrive. Tracciano interazioni, ti permettono di tenere promemoria e possiamo sfruttare le integrazioni​ con altri strumenti.
  • Sales Engagement Platform: Outreach, Salesloft e HubSpot Sales. Creano delle sequenze di contatto automatizzate con personalizzazioni dinamiche.
  • Lead Intelligence e strumenti di analisi dei dati: LinkedIn Sales Navigator​, ZoomInfo, strumenti per trovare indirizzi email (Hunter.io o Skrapp). Ci aiutano a identificare persone interessate.
  • Sfruttare l’IA per la personalizzazione: strumenti che creano bozze di email e suggeriscono hook efficaci​​.
  • Tracciare le metriche chiave delle email: aperture, click, per guidare le mosse successive.
  • Strumenti per appuntamenti: Calendly o Doodle per fissare appuntamenti in modo rapido evitando lunghi scambi di email.
hubspot strumento prospecting
Puoi usare HubSpot e altri software simili per gestire in modo più fluido i prospect.

Suggerimenti per migliorare il prospecting

Ora che abbiamo visto delle tecniche pratiche che puoi subire mettere in atto per fare prospecting, vogliamo darti ancora qualche ulteriore consiglio da tenere a mente per migliorare i tuoi sforzi.

Punta a interazioni personalizzate

Nome, azienda, dettagli specifici, proposta di valore mirata, tutti questi elementi sono essenziali per fare breccia nei nostri interlocutori.

Se adotti una strategia multicanale, non dimenticare di adattare il tono (e il formato) al canale che stai usando.

I follow-up andrebbero curati con altrettanta attenzione, cerca di renderli personalizzati: “Come accennato nella nostra chiamata di venerdì…”.

Il timing è essenziale

Soprattutto quando si tratta di chiamate a freddo, ma anche per le email, ci sono alcuni accorgimenti da seguire (non sono universali, potresti doverle adattare nel tuo caso).

  • I giorni centrali della settimana rendono meglio (l’agenda è meno piena e l’attenzione è più alta rispetto ai giorni critici lunedì-venerdì).
  • Fasce orarie: 10-11 o 14-16 locali​.
  • Evita i periodi di picco del settore (eventi in corso, periodi di lancio, bilanci, ecc.).
  • Rispetta le richieste del prospect (“risentiamoci il prossimo trimestre”).

Costruisci relazioni, non solo vendite

  • Sii curioso: domande e ascolto attivo.
  • Offri valore: insight, trend o consigli.​
  • Niente pressioni eccessive: usa un approccio che non sia aggressivo.
  • Annota dettagli personali nel CRM: lauree dei figli, hobby ecc.
  • Educa, non vendere e basta: cerca di diventare per prima cosa un consulente di fiducia.

Monitora e ottimizza i risultati

  • Volume di contatti: cerca di ottenere un flusso costante.
  • Tassi di risposta e conversione: misurali e migliora template, profilo del target e canali.
  • Pipeline: migliora il flusso di prospecting e vendita.
  • Feedback qualitativo: analizza se ci sono obiezioni frequenti.
  • Ripeti e migliora: puoi fare A/B test sugli oggetti delle email, gli orari in cui fai le chiamate o i canali adottati per comunicare.

Domande frequenti sul prospecting B2B

Qual è la differenza tra prospect e lead?

Un prospect è un potenziale cliente che rientra nel tuo profilo ideale (ICP) ma non ha ancora interagito con te. Un lead è un prospect che ha mostrato interesse (risposta a un contatto, compilazione di un form, partecipazione a un webinar, ecc.).

Dopo quanto tempo vedrò risultati?

Dipende. Potresti riuscire a fissare un incontro in pochi giorni o dover aspettare dei mesi. Se fai un outreach settimanale costante dovresti iniziare a ricevere risposte entro poche settimane, per finalizzare la vendita possono volerci altre settimane o anche mesi. Se usi un approccio inbound avrai progressi più lenti, ma che si andranno a sommare nel tempo.

Chi si occupa di fare prospecting?

In genere il prospecting è affidato a ruoli specifici, SDR (Sales Development Representative) e BDR (Business Development Representative), che poi introducono i lead agli Account Executive​​. Se l’azienda è piccola, è probabile che sia tutti in mano agli account o che se ne occupi anche il founder stesso. Il reparto marketing, invece, è il principale responsabile di tutto l’approccio inbound.

Come ottenere dati di contatto senza violare normative?

Quando scegliamo gli strumenti di lead generation, è bene scegliere tra quelli conformi al GDPR.
Oltre a LinkedIn Sales Navigator, LeadInfo e Hunter si possono anche consultare le fonti di pubblico accesso come i comunicati o i siti aziendali. In altri casi si possono richiedere i dati di contatto direttamente.
Per le email commerciali informati sul tema dell’opt-out e rispetta le normative come il GDPR e il CAN-SPAM act.

Nel prospecting è essenziale la quantità?

Certo, la quantità conta. Ma è la qualità ad essere davvero importante. 100 email inviate a un target mirato e con un messaggio personalizzato e pertinente, sono molto più efficaci di 1.000 email super generiche.

Visilay: il tuo partner strategico per acquisire nuovi clienti

Fare prospecting nel B2B richiede strategia, costanza e un approccio strutturato: dalla definizione dell’ICP alla costruzione di value proposition convincenti fino all’uso delle automazioni.

Per mettere in atto queste strategie hai bisogno di competenze, strumenti adeguati e di un partner esperto che abbia già affrontato sfide simili e sappia guidarti attraverso la complessità dell’acquisizione di clienti B2B.

Con questo articolo ti abbiamo fornito le basi teoriche per fare prospecting nel B2B, ma noi di Visilay possiamo mettere subito in atto queste strategie per portarti risultati concreti, attraverso:

  • Definizione di un target preciso: studieremo con te il target partendo dalla definizione di ICP e buyer persona in modo da creare un messaggio mirato verso i decision maker delle aziende in target.
  • Qualificazione avanzata dei prospect: partendo dall’analisi del mercato, ti aiuteremo a generare prospect che convertono.
  • Aumento delle conversioni: con strategie mirate sia inbound che outbound riuscirai a trovare e a farti trovare dai decision maker.

Contattaci oggi per parlarci del tuo progetto e muovere il primo passo che ti porterà ad ottenere un flusso costante di lead qualificati per il tuo business B2B